Dopo tanti mesi di studio, perché sino all’ultimo giorno di vita abbiamo sempre da imparare, ho superato l’esame da facilitatore in Mindfulness e sono lieta di poter offrire sedute di Mindfulness ai nostri soci. Per chi non conoscesse questa disciplina, riporto la spiegazione da wikipedia perché non riuscirei a descriverla meglio:
“Con mindfulness si intende un’attitudine che si coltiva attraverso una pratica di meditazione sviluppata a partire dai precetti del buddismo (ma scevra dalla componente religiosa) e volta a portare l’attenzione del soggetto in maniera non giudicante verso il momento presente. Diversi protocolli di trattamento psicologico basati su tale tecnica meditativa sono stati sviluppati e validati in ambito clinico, dove hanno mostrato benefici significativi per il trattamento di diverse patologie psicologiche e anche il miglioramento di molti parametri ematici, ad esempio quelli legati a patologie infiammatorie;[1][2] significativi miglioramenti nella percezione di benessere fisico e mentale, creatività, parametri ematici sono stati dimostrati anche in soggetti sani che praticano la tecnica.[3]
Il termine è la traduzione di “sati” che in lingua pāli, il linguaggio utilizzato dal Buddha per i suoi insegnamenti, significa essenzialmente consapevolezza, attenzione, attenzione sollecita, o piena consapevolezza mentale che sono qualità dell’essere che possono venire coltivate attraverso la meditazione. Nella tradizione buddhista la samma sati (“retta consapevolezza”) è una delle vie del nobile ottuplice sentiero, l’ultima delle quattro nobili verità, e la meditazione specifica ad essa collegata è chiamata vipassanā. La moderna mindfulness è una tecnica psicologica basata su questa e altre tradizioni meditative.
La mindfulness come principio di consapevolezza ha una funzione chiave nella psicologia buddhista. In particolare, in contesto vajrayana, essa rappresenta un cuneo di coscienza che permette di rallentare il processo iterativo rappresentato nel bhavacakra, la cosiddetta ruota del divenire, analogo ai processi ruminativi del default mode network studiati dalle odierne neuroscienze[4].”
Sarò lieta di vivere anche questa esperienza assieme a voi.