Una domanda un po’ ingenua, che ci capita comunque di porci nei momenti di sconforto, sebbene sappiamo che si tratta solo di “apparenza”. Dopo lunghe ricerche, è venuta fuori una risposta, a mio parere, più “concreta” rispetto alle altre . Le teorie sono diverse, ne elenchiamo qualcuna, prima di giungere a quella che pare maggiormente rivelatoria, perché contengono comunque delle indicazioni per aiutarci a capire questo dilemma della vita. L’argomentazione è vasta, vasta quanto i sentimenti dell’essere umano, ma cerchiamo di riassumere il più possibile. 1) Nel caso di persone dotate di coscienza: spesso scelgono “la via più facile – quella a spesa del prossimo” perché è molto più veloce e insegnato da millenni, come “garantito” per provvedere ai propri bisogni e capricci umani. Se non avessero bisogno di denaro o di potere sugli altri per illudersi di stare bene, non lo farebbero, o si tratterebbero un po’ più dal farlo. 2) La teoria mistica, delle anime che decidono d’interpretare il ruolo degli “strumenti evolutivi” per accelerare la crescita spirituale delle persone a loro vicine. Se non ci fossero “i cattivi” o persone che ci mettono veramente alla prova nei modi più disparati, diciamoci la verità, ce ne staremmo tranquilli tranquilli senza lambiccarci il cervello a cercare il vero senso delle nostre vite”. D’altronde, comunque la mettiamo, un essere umano è chiamato a sperimentare se stesso, a esplorare il suo immenso potenziale nascosto, altrimenti non si evolve e questo va contro le leggi stesse del mondo. Senza evoluzione non può esservi che la morte. 3) Gli esseri che hanno bisogno di fare del male gratuitamente al prossimo per alleviare le proprie frustrazioni e dolori….Le vogliamo prendere davvero in considerazione? Ho avuto a che fare con un maestro oscuro simile e ahimè, ho pure dovuto lottare per salvaguardare cose importanti per la mia vita. Un giorno, senza volerlo, mi dipanò il mistero della sua cattiveria controproducente, soprattutto per se stesso, nei miei confronti. Non potrò mai dimenticare quel che mi disse e cito testualmente : “Sì, io sono nella m…., ma se tiro anche te nella mia m…, mi sento meglio!” A quel punto scatta la compassione davanti a una sofferenza interiore simile, ma senza abbassare la guardia! 4) Gli Analfabeti emotivi, che non necessariamente sono pure ignoranti. Semplicemente non pensano ad altri che a se stessi e nemmeno si rendono conto dei bisogni altrui. Salvo poi provare invidia verso chi coltiva molti rapporti interpersonali sinceri e profondi. Un concentrato di egoismo spaventoso senza remore . 5) Eccoci alla spiegazione che più raramente si prende in considerazione. Esistono delle persone che per infiniti motivi diversi (purtroppo sono molte di più di quel che crediamo e di livelli diversi di patologia) che NON provano mai emozioni. NON parliamo di sociopatici clinici, ma dei borderline che ben di camuffano, per astuzia. Sono guidate da istinti primordiali, ma hanno ovviamente facoltà cognitive e sono quasi sempre intelligentissimi. Insomma hanno istinti e cervello, ma non provano MAI emozioni o sentimenti. I senza cuore? Peggio! Peggio perché comunque non proveranno mai nulla qualunque cosa facciano. Non provando alcuna emozione, paradossalmente, non innescano i meccanismi di sensi di colpa o qualsiasi altra forma di auto controllo che le persone consapevoli alimentano. In apparenza quindi ottengono quel che vogliono, ma non sono in grado di apprezzare, gioire, amare, riconoscere nulla, nulla, nulla di bello dell’esistenza. Paradossale, ma vero. Vivono in uno stato di vuoto perenne che sentono di dover disperatamente colmare, senza sapere neppure come. Appena hanno quel che vogliono, devono subito cercare qualcos’altro. Non capiscono neppure come le persone possano essere felici e riproducono (vittime del loro stesso delirio) la loro devastazione, ovunque si trovino. E’ vita questa? Nessuno può rispondere, perché ogni cosa che esiste ha la sua ragion d’essere. Madre Natura non spreca mai energia. L’unica certezza è che sopravvivono, perché non è certamente una vita vera, nel loro baratro personale…A questo punto bisogna anche dire che: senza vittima non esiste persecutore. Quanti libri iniziano con un ringraziamento verso un’anima “che si è sacrificata” per garantire l’evoluzione altrui. A volte queste persone sono lì per insegnarci a reagire, a far valere i nostri diritti, per aumentare la nostra combattività e capacità d’amore universale…D’altronde non si può essere un “guerriero della luce” senza mai combattere. Nulla può esistere se non è già nella mente del Creatore, di conseguenza neppure il male…Fa parte di questa dimensione duale, come il giorno e la notte. L’arma più potente? La COMPASSIONE. Inutile e dannoso innescare lotte senza fine, che ci rendono schiavi di un meccanismo o di un personaggio losco. Prendiamo atto, impariamo tutto quel che c’è da imparare, se ci riusciamo, magari, ringraziamo pure e continuiamo il nostro cammino più consapevoli e forti che mai. Avrete senz’altro altre teorie in merito, perché è una delle prove più dure della vita e sarò lieta di ascoltarle.
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Abbiamo davvero il Libero Arbitrio?
Risposta? POCO!
Come oso dire una cosa del genere? Per un mare di motivi: sia positivi (per il nostro modo d’interpretare la vita) sia negativi. Lasciamo da parte tutte le considerazioni prettamente religiose e filosofiche, per cercare un riscontro reale e quotidiano della nostra libertà di scelta e di azione. Dopo appena quarant’anni di ricerca quasi spasmodica, una sintesi estrema potrebbe suonare più o meno cosi:
- Da un punto di vista puramente umano, materiale, se preferite, che non tiene in considerazione disegni divini, siamo comunque schiavi dei condizionamenti, della società, dell’inconscio collettivo, del potere, dell’informazione, delle nostre emozioni e istinti, dei bisogni primordiali e soprattutto dei mezzi necessari per soddisfarli, della genetica, della cultura del luogo dove viviamo, delle leggi, delle tasse e… Del libero arbitrio del nostro prossimo. Quante volte ci siamo innamorati di una persona che non ne voleva proprio sapere di noi?
- Se ci addentriamo nell’ambito più spirituale (in teoria tutto è spirituale, ma per per comodità di narrazione, scindo) la situazione pare precipitare, nonostante tutto il “Newagismo” imperante che tenta di farci credere di poter plasmare la vita in una settimana; sebbene offra al contempo, delle possibilità di riscatto impensabili. Che ginepraio! Se, ad esempio, un astrologo vede subito, da un tema natale di una persona, il suo tipo d’intelligenza, le prove principali che dovrà affrontare, la sua capacità d’amare o meno e credetemi è difficilissimo sbagliarsi, allora si ha la conferma che ogni nascita obbedisce a un piano in parte già stabilito. Noi possiamo e dobbiamo superare, trasformare e trascendere i limiti e le prove della giovinezza, ma questo ci costa anni e anni di vita. Certo in ogni momento siamo liberi di scegliere, ma prevalentemente ciò che NON peggiorerà la situazione; altri fattori rimangono, e pure a lungo, aldilà di ogni sforzo di volontà. D’altronde i pilastri fondamentali di ogni credo invitano all’accettazione, all’acquietamento dell’ego, alla ricerca di gioie “superiori”. E’ pure vero che ognuno di noi, in qualsiasi momento, può compiere opere prodigiose senza nemmeno rendersi conto d’aver cambiato la vita a tutte le persone coinvolte. Come è anche possibile, e più facile di quel che s’immagina, cambiare aspetti fondamentali della nostra esistenza senza nemmeno esserne realmente consapevoli.
- Perché non siamo più liberi? Come potrebbe questo mondo immenso proseguire la sua esistenza se non ci fossero regole? Se la Luna decidesse di fare un tuffo in mare o il Sole preferisse illuminare un popolo più bello del nostro…
- COME RISCATTARE LA PROPRIA VERA LIBERTA’? Facendo gli eremiti o i vagabondi? Troppo semplice oppure troppo doloroso. Lasciamo da parte quella esigua minoranza che riesce davvero a fare ciò che ama fare; noi, comuni mortali, che possiamo fare? LIBERARCI dei nostri DEMONI INTERIORI anzitutto! Quante volte abbiamo visto persone che avevano tutto, ai nostri occhi, ridursi in stati pietosi, perdendo persino la propria dignità o arrivare al suicidio? Belli, ricchi, famosi, amati eppure infelici. Gli sciamani che ho conosciuto e che mi hanno insegnato molto, mi ripetevano: “il mondo è come tu lo sogni”. Se sei vittima di te stesso, dei tuoi complessi, dei sensi di colpa che non hanno vero motivo d’essere, se non riesci a perdonare te stesso, il mondo e gli altri, fortifichi sempre più la tua prigione che non ti permette di vedere oltre. Ti vieti d’intravedere un disegno più ampio di cui potresti addirittura innamorarti, ma ci vuole un fottuto coraggio per riuscirci! Sì: tanto coraggio e determinazione; ma siamo vivi per sperimentare la nostra immensità, mica per annoiarci! Siete d’accordo?