“Quando gli dei, come gli uomini, eseguivano il lavoro e ne pagavano le conseguenze la loro fatica era straordinaria, il lavoro pesante e l’angoscia era alta.
Anu, il dio degli dei, convenne che il lavoro per i suoi sottoposti era davvero troppo grande. Suo figlio Enki (conosciuto anche come Ea) propose di creare una creatura che si sobbarcasse il lavoro degli altri dei. Così, con l’aiuto della sua sorellastra Ninki, crearono l’uomo per farne un lavoratore ‘a loro immagine’.” Tratto da: https://pattoverascienza.com/i-sumeri-traduzione-di-4-000-tavolette/
Grazie alla traduzione di oltre 4000 tavolette Sumere, delle più di 120.000 esistenti, risaliamo alla storia scritta 7000 anni orsono.
Altra testimonianza di antiche “visite extraterrestri” , seppur meno dettagliata, da poter prendere in considerazione, sono le incisioni rupestri aliene in Valcamonica: http://scarabeokheper.altervista.org/incisioni-rupestri-aliene-in-valcamonica/ assieme a molte altre che troverete nell’articolo
Per certi aspetti, direi che non è cambiato molto. Mi avevano parlato parecchio tempo addietro, di questa ipotesi sulle nostre origini e di come le civiltà aliene avessero “addormentato” 10 delle nostre 12 eliche del DNA, per poterci dominare. Forse questa supposizione potrebbe spiegare in qualche modo, alcune inclinazioni di parte dell’umanità… Volendo completare l’excursus di questa visione, riporto la voce che, parte di questi alieni vivano ancora nella crosta terrestre (non nel nucleo, dove si trovano invece dei grandi Maestri), ma che abbiano il DNA danneggiato (chi la fa l’aspetti) e che si avvalgano di altre entità, chiamiamole così, per continuare a sottometterci. E’ questa memoria, è questo imprinting (avvallato anche da altre scritture) a rallentare in maniera così gravosa l’evoluzione delle nostre anime? E’ davvero andata così? Perché mai un popolo così antico si sarebbe presa la briga di incidere sull’argilla questa storia, se non corrispondesse a ciò che hanno visto e vissuto? Proverei a chiedere in Alto, agli Angeli, ai Maestri e alle nostre guide di liberarci di questa memoria, che in qualche angolo del nostro inconscio sembra ancora presente. Grazie Marta per avermene parlato la viglia di San Giovanni, mentre pregavamo per il Bene di tutti.
A parte il discorso dello schivismo, oggi si creano robot o si sfruttano i migranti per i lavori che riteniamo troppo gravosi per noi… La storia si ripete, dunque? Non solo in questo ambito, mi torna in mente la canzone “Blowing in the wind” di Bob Dylan: quando mai l’impareranno/impareremo? Un problema è che un vero cambiamento non può, a mio avviso, venire da chi detiene i privilegi o schiavizza, ossia ‘dall’alto’, ma solo da chi è schiavizzato, ossia ‘dal basso’…
Assolutamente d’accordo Gabriella, ti ringrazio e ti abbraccio