Molti rimedi della nonna: l’olio per l’orzaiolo, la saponetta per i crampi, il bagno derivativo e…

Tutti i rimedi della Nonna che ho sperimentato

   Dopo aver sperimentato di persona la misteriosa efficacia di questi antichi rimedi, vi propongo tutti quelli che conosco e se qualcuno vuole segnalarne altri, sarò lieta di aggiungerli alla lista. In questi giorni, un’amica mi ha parlato della “saponetta nel letto” contro i  crampi alle gambe. Sembra impossibile che infilare una saponetta nel letto aiuti a rilassare la muscolatura, ma provare per credere! Dopo qualche breve ricerca viene fuori che il vero sapone di Marsiglia, in particolare, contiene cloruro di potassio. A contatto con il calore del corpo, rilascia ioni volatili di potassio, che vengono assorbiti tramite la pelle, giungendo fino alla muscolatura. Questo processo mantiene in equilibrio il livello di potassio durante la notte, evitandoci fastidiosi crampi e permettendoci di dormire meglio.                    Da bambina soffrivo di orzaiolo e ricordo mio padre prendere subito la bottiglia dell’olio, per poi portarmi a una finestra ben illuminata dal sole, mentre mi diceva di fissare il fondo della bottiglia piena di olio. Sentivo uno strano friccicorio all’occhio e dopo qualche minuto, miracolosamente, l’orzaiolo era spesso sparito. Qualche volta occorreva ripetere l’operazione. Ovviamente sapete tutti che queste “curiosità”, non possono sostituire il parere di un medico, che va sempre consultato.  Per il mal al collo, esistono 2 rimedi: i cannelli di zolfo, da passare semplicemente sulla zona dolorante e se è dovuto a un “colpo d’aria” il cannello arriva a spezzarsi e l’impacco di sale caldo; ottimo da applicare anche sulla zona lombare, utile pure nel caso di raffreddore. Occorre un chilo di sale grosso e una tovaglia. Si scalda il sale in padella fino a una temperatura sopportabile, lo si rovescia sulla tovaglia piegata, si crea un rotolo della giusta misura da applicare e lo si lega usando le punte della tovaglia. Va tenuto addosso per almeno 20 minuti e il sale va ovviamente buttato dopo, perché ha assorbito gli  umori nocivi del nostro corpo.  Per il mal di testa rimane ancora insuperato l’impacco di aceto, meglio se di mele. Basta tenere una pezza o uno scottex  imbevuto sulla fronte o sulla zona dolorante, per una mezz’oretta da sdraiati e il dolore si attenua parecchio. Esistono pure diverse pietre usate in cristalloterpia molto valide, che letteralmente assorbono il dolore, come la nota collanina di ambra per la dentizione dei piccoli, ma tornerò sull’argomento in un altro articolo. Chi non ricorda “il bicchiere mezzo pieno di acqua sulla testa quando avevamo preso troppo sole”? Nei casi gravi, occorre naturalmente il ricovero in ospedale. Dopo una giornata al mare, a volte dicevamo alla Mamma di avere un leggero mal di testa. Lei prendeva un panno da metterci sul capo e poi ci faceva porgere in avanti, per “attaccare” letteralmente il bicchiere con l’acqua sulla testa, per creare una sorta di ventosa. Alla fine era più un impacco di acqua fredda che ovviamente rinfrescava, ma il mal di testa passava puntualmente. A proposito di ventose, sono un vero toccasana per i dolori, ma occorre una mano esperta per eseguirli. Qualcuno mette una moneta sulla parte dolorante, altri ne fanno a meno e credo sia pure meglio, personalmente. Poi s’imbeve un batuffolo di alcool oppure si usa un pezzettino di carta (meno pericoloso) lo si accende e con grande sveltezza, si soffoca la fiamma con un bicchiere rovesciato, creando un potente ventosa perché la fiamma brucia l’ossigeno. La pelle viene risucchiata nel bicchiere e se è stato usato troppo alcool, a volte rimane persino il livido. Pensavo fosse un rimedio dimenticato fino a quando non me li propose un vecchio agopuntore. Ripeto: occorre una mano esperta.  Come non nominare i bagni derivativi? Si tratta, in parole povere di lavarsi le parti intime con l’acqua fredda, avendo l’attenzione di passare più e più volte, una spugnetta anche sulla zona circostante, per raffreddare questa parte del corpo spesso molto più calda per ovvi motivi. L’autrice del libro: “I bagni derivativi” France Guillain, propone questa antica tecnica, come una panacea universale, risalente a secoli fa, usata dai monaci che vivevano in zone isolate, che dovevano mantenersi in salute per l’impossibilità di trovare assistenza medica. Siccome consiglia che questo “lavaggio” duri circa 20 minuti, per liberarci dal calore in eccesso (causa di molti problemi di salute, sempre secondo la Guillain) e non tutti hanno questa costanza, è stato inventato il “fondello” (nome quantomai buffo e controverso) da mettere nel congelatore e poi infilare negli slip per ottenere lo stesso risultato. Beh…D’estate è un vero toccasana devo dire, mentre il povero fondello, di solito, passa l’inverno nel suo contenitore. L’efficacia? Alcuni ne sono entusiasti e ho pure visto persone, chiedere agli amici di ospitare il proprio fondello nel loro congelatore. Altri, a parte una lieve sensazione di maggior tonicità, non hanno riscontrato molti miglioramenti; ma si sa, la cosa più importante è essere certi della propria guarigione. Aspetto le vostre antiche ricette magiche della nonna che possano aiutarci nei momenti in cui soffriamo di piccoli disturbi.

Autore: Maria Lanzone

Nata a Paterson, New Jersey, la stessa cittadina in cui nacque la Beat Generation. Studiosa, da sempre, di filosofie orientali, olistiche ed esoteriche. Scrittrice, appassionata anche di lingue. Continuo a studiare...

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