Partire in crociera significa…

Vediamo le offerte a prezzi stracciatissimi e foto di sorrisi a 32 denti dei passeggeri entusiasti sulle navi…Cari miei, la situazione è un po’ diversa abbordo. E’ una sorta di transumanza, 5000 turisti che entrano nel ventre della nave, assieme a 1500 persone di servizio. Recarsi al porto in auto comporta una spesa di posteggio pesante. Ho optato per il treno, solo che mi è venuto in mente, che un tempo regnasse un minimo d’eleganza abbordo e questo ha aumentato notevolmente il peso della valigia. Sebbene vi sia persino un mini ospedale abbordo, per mio limite personale, mi porto pure abbastanza farmaci e rimedi naturali, da poter affrontare persino una guerra batteriologica. I tassisti locali sono ben lieti di guadagnare 15 euro per percorrere il breve tragitto che conduce all’imbarco, dove vieni fotografato, controllato e da quel momento devi portarti sempre d’appresso la tua tessera personale. Relax e divertimento? I primi giorni sicuramente no! E’ tutto un attendere istruzioni. Quale turno mi capiterà a cena? Cercano sempre di rifilarti al primo e per chi è abituato a cenare verso le 9 come me, sedersi a tavola alle 7 , non è il massimo. Le escursioni? Troppe persone da gestire e mi è pure capitato di non essere neppure avvertita che la mia gita era stata annullata. Gli operatori sono talmente oberati che non hanno voglia di essere gentili, fatta eccezione per qualche attendente di cabina, che talvolta rischia persino di essere invadente. Tra parentesi, ho visto come puliscono i bagni…Meglio che non ve lo descriva. Per evitare di rovinarmi la giornata sin dalla colazione, la ordino in camera, perché affrontare code selvagge prima del caffè mi demoralizza. Il cibo è sempre più scadente, ma questo non sembra dissuadere più di tanto i famelici e talvolta maleducati croceristi. Si ha l’impressione che alcuni non abbiano mangiato almeno da un mese per prepararsi alle abbuffate. Affrontare il pranzo, per chi viaggia solo, significa che bisogna scegliere tra mangiare e bere. Sì perché se osavo appoggiare un piatto per poter arrivare al distributore dell’acqua, il primo cameriere di passaggio, lo portava via perché incustodito. Questo dopo aver avuto la fortuna di trovare un posto a sedere, impresa perfino disperata in alcuni momenti. I camerieri raramente capiscono cosa viene loro chiesto e quando una ingenuamente chiede un bicchiere di tè freddo il primo giorno, perché non ha ancora memorizzato tutta la trafila burocratica, ma prevalentemente economica, viene trattata come una pezzente. “Water” ti urlano con disprezzo. Ero tentata di rispondere al moccioso che avevo viaggiato sulla Michelangelo e sulla Raffaello, ma non avrebbe capito e nel caso avesse capito, mi avrebbe dato della tardona. Ebbene proprio l’acqua a tavola la sera, diventa un bene assai costoso. Come qualsiasi cosa all’infuori del cibo decisamente mediocre. Accedere alla piscina, nemmeno a parlarne, perché in realtà hanno la dimensione di sputacchiere e sono colme di cerotti e altri oggetti sanitari che non sto a nominare. Poi ci sono le donne che si appropriano degli idromassaggi dalle 8 di mattino fino alle 9 di sera, illudendosi di tornare a casa belle e toniche. Nessuno informa loro che rimanervi più di mezz’ora, oltre a essere una mancanza di educazione verso gli altri è pure dannoso per la salute, ma loro si stanno lì con le facce di bronzo, a lessarsi tutto il giorno. Non sono più i tempi della socializzazione facile, alcune tribù nemmeno rispondono al saluto, tranne quando hanno bisogno che gli si scatti una foto da inoltrare immediatamente sui social…Allora scopri che hanno perfino i denti. Questo morbo affligge ogni fascia d’età e sesso. Ho visto un uomo avanti negli anni ritrarsi in un video dentro l’idromassaggio correndo il rischio che il cellulare gli cadesse in acqua…Per fortuna che ciò che maggiormente amo della crociera è guardare il mare e le stelle dal balcone della cabina, sempre che non vi siano turisti ubriachi che urlano a notte fonda. Non ho visto gli spettacoli serali ,quindi non posso pronunciarmi in merito, ma alcune attività diurne proposte spingevano verso la depressione, ad esempio come piegare i tovaglioli. Tutti a dire quanto l’altra compagnia sia meglio, quanto l’altra nave sia più bella e altri pettegolezzi da neo condominio. La nave rollava sempre, benché il mare fosse quasi piatto. Un bestione del genere così sensibile a qualsiasi ondina? Forse gli stabilizzatori erano guasti oppure dodici piani la rendono meno stabile? Per fortuna l’Universo mi ha fatto conoscere delle belle persone a tavola la sera. Due di loro hanno assistito allo stupore di una bimba, che ha incontrato un uomo che le ha detto la sua data di nascita esatta, spiegandole che è un sensitivo che gira sulle navi da oltre 70 anni, per poi dileguarsi nel nulla…Un fantasma sulla nave non può che accrescerne il fascino!

Autore: Maria Lanzone

Nata a Paterson, New Jersey, la stessa cittadina in cui nacque la Beat Generation. Studiosa, da sempre, di filosofie orientali, olistiche ed esoteriche. Scrittrice, appassionata anche di lingue. Continuo a studiare...

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